L’Eco del Varesotto - Venerdì 6 Giugno 1997 di Domenico D’Oora

Finalmente un po’ di nudo! Dopo anni di “trasgressione” obbligatoria, professionale e di massa, di piaceri politicamente corretti ecco il recupero - un sentito grazie va a Giannetto Bravi nato a Tripoli nel 1938, vissuto a Napoli e da tempo residente a Cislago (VA) - di prosperose, tornite veneri callipigie dagli incolti velli esibiti in entusiastiche, ed esotiche quanto domestiche pose, tutte tratte da ormai ingiallite cartoline fin de siecle. L’arte diventata qualcosa di mentale, di ascetico, dimentica ormai degli ostentati naturali busti, delle donne cretesi, delle rosee floridezze rubensiane, delle estasi e dei languidi dolori di certi santi, ci dona solo museificate sessualmente sterili testimonianze, forse definitivamente sterilizzate, dalle ballerine alla toeletta di Manet. Dipinti tutti vibrazione di colore e innovative inquadrature fotografiche. Già la fotografia, ecco il nuovo peccato originale dell’arte con cui confrontarsi; ricordate Adamo ed Eva, la nudità, il pudore? Ed è su di un sottile crinale di indagine tecnologica, di costume e di svelamento iconologico che si svolge il discorso di riproposizione fotografica operato da Giannetto Bravi. Le cartoline d’epoca che ora ripresenta ingigantite e baroccamente incorniciate come egli scrive non sono più destinate “ai mille e mille uomini ... ma ad uno solo che avesse saputo coglierne la femminile dolcezza”.
Internet: http://www.companatico.It/giannettobravi/. Questo sì che è eros.