Lombardia Oggi - Domenica 18 Maggio 1997 di Stefania Barile

Quel buon “ladro” d’immagini ha colpito ancora. Dopo aver proposto “Il Cinema del Barbiere” all’Aquifante di Busto Arsizio, Giannetto Bravi continua il suo tour di recupero della memoria visiva con un’altra personale, questa volta al museo Ken Damy di Milano, intitolata “Erotic Collection”.
Seguendo la traccia della sua raffinata capacità di rievocare un certo mondo passato attraverso un avanzato lavoro dell’immagine, che viene rapita qual’è e riprodotta con trasferimento di gelatina fotografica su tela Rembrandt, anche in quest’occasione Bravi risulta convincente. Una ventina di cartoline, dunque, risalenti a quel periodo che va dagli anni Venti ai Trenta quando al Salone Margherita di Napoli i ragazzotti si beavano dello striptease della “soubrette di turno”, gli offrono la possibilità di recuperare ancora una volta un sapore “andato”, eppure così straordinariamente presente agli occhi di chi guarda.
Il tempo ne ha cancellato ormai ogni discutibile volgarità. Le pose, gli atteggiamenti delle signorine fotografate, privati della malizia con cui erano nati, diventano soltanto gentili e addirittura pudichi. (“Donna dal grande cappello”). Il loro sguardo, ora innocente, è rivolto non più ai mille e mille uomini a cui il mercato le aveva destinate, ma a uno solo capace di coglierne la femminile dolcezza (“Donna dalla lunga collana”). E cosa ci può essere di più erotico e intrigante di uno sguardo languido, una movenza morbida, una mano che si nasconde, di due bocche che si respirano immobili, una accanto all’altra, avvolte in ambiguità sfiorate o appena solamente intuite (“Cercando la tua piccola bocca scarlatta”)?