Juliet - Dicembre ‘98-Gennaio ‘99 di Margaretha Zelle

Alla Derbylius ho visto “Napoli sei bella da morire”, il bel canto di Giannetto Bravi. Come titola Lea Vergine in catalogo, è “la semplicità come complessità”: immagini di cartoline anni ‘30, riprodotte in grande formato, fotograficamente, su tela. Quelle cartoline non sono più ricordo del viaggio, sono epurate da ogni sentimentalismo. Le immagini, dal luogo polveroso del passato, sono reimmesse nel circolo del tempo, della contemporaneità, diventando forma e oggetto e disegno di riflessione: il pensiero della nostra infanzia, quando si mangiava il pollo e la pasta con le mani. Così sono rimasta impressionata dal paesaggio del Vesuvio, che si ergeva nella grande sala, col suo pinnacolo di fumo bianco.