Lombardia Oggi – 9 settembre 2007. Cartoline da Giannetto Bravi di Fabrizio Rovesti

Una storia di enorme mosaico parietale si dispiega lungo le pareti laterali e il fondo della chiesa sconsacrata di San Pietro in Atrio a Como. E’ la “Quadreria d’Arte 150 Ritratti-Autoritratti” di Giannetto Bravi, ovvero il complesso di quadri che l’artista “costruisce” con più cartoline identiche di capolavori d’arte (raccolte nei book-shop di musei e gallerie di tutta Europa) racchiuse in una larga ed elegante cornice dipinta in fresche cromie. La visione da lontano dell’installazione rimanda a un’estesa composizione musiva astratta scandita da grandi tessere policrome che a tratti evocano lo splendore delle antiche chiese bizantine: un primo impatto visivo che porta il pensiero del fruitore in altri ambiti, creando poi un cortocircuito mentale man mano che ci si avvicina alle opere, la cui specificità disorienta l’osservatore non aduso al modus operandi di Bravi. La sua polisemica proposta, solo di apparente semplicità, si presta a molteplici letture come dimostrano i testi critici di J. Anais Savoia, R. Borghi, C. Ghielmetti e B. Meneghel.
La visione ravvicinata dell’installazione mostra cartoline con ritratti e autoritratti di maestri della pittura replicate in quadri allestiti in modo simile a una fitta quadreria sette-ottocentesca in cui le icone dell’arte riprodotte per un turismo culturale di massa, warholmente iterate e piacevolmente incorniciate divengono simboli di un consumo “alto”, rassicuranti punti di riferimento di un “grand tour” mordi e fuggi, che inevitabilmente perdono per strada il senso profondo e universale della loro origine. E’ lo scherzo dell’ironia che Giannetto Bravi sventola al mondo – osserva Ghielmetti -, ”sperando che il mondo intero riesca ad andare ben al di là e ben al di dentro di quello che la rappresentazione fenomenologia ci porta a considerare”.